Solstizio d’inverno

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COSA SIGNIFICA:

Con il giorno più buio dell’anno, il solstizio d’inverno, le giornate iniziano ad essere più luminose. Il solstizio d’inverno segna infatti il limite in cui è minima la durata delle ore diurne, mentre è massima quella delle ore notturne. Questo fenomeno, che si verifica ogni inverno è determinato dall’inclinazione dell’asse terrestre rispetto al piano di rivoluzione della Terra.

         Il sole sorgerà più tardi del solito e tramonterà prima. Il solstizio d’inverno non è soltanto, però, il giorno più buio dell’anno, ma anche il giorno che inaugura un altro importante fenomeno: dal 22 dicembre, infatti, le giornate torneranno ad allungarsi, fino a raggiungere l’equinozio di primavera che cadrà il 20 marzo 2021.

COSA VUOL DIRE:

Solstizio è una parola di origine latina, composta da “sol” (che vuol dire Sole) e “sistere” (che significa fermarsi). Tradotto significa “il sole che si ferma” e, infatti, nel giorno del solstizio d’inverno il sole cessa di scendere rispetto all’equatore, dando appunto l’impressione di fermarsi.

CURIOSITA’:

Il famoso astronomo tedesco Johanes Kepler (Keplero), riferì nel 1614 che la “stella o cometa di Betlemme” avrebbe potuto essere una splendida congiunzione tra Giove e Saturno con la complicità di Venere. Quest’anno Venere non ci sarà, ma la “Stella di Natale” si potrà vedere lo stesso.

Il solstizio d’inverno non solo rappresenta l’inizio della stagione fredda, ma è anche un evento ricco di significati simbolici che le popolazioni antiche erano solite festeggiare. È il giorno più corto dell’anno – anche se a volte si pensa che questo primato spetti a Santa Lucia, il 13 dicembre – tuttavia segna il momento in cui le giornate riprendono ad allungarsi. La data in cui avviene è variabile: può cadere tra il 21 e il 22 dicembre.

IL SOLSTIZIO D’INVERNO NELL’ANTICHITÀ:

Molti popoli antichi festeggiavano il passaggio dalle tenebre alla luce: “nelle tradizioni germanica e celtica precristiana, Yule era la festa del solstizio d’inverno” In occasione di questo evento si banchettava sotto un pino, che potrebbe essere considerato l’antenato dell’odierno albero di natale. Nell’antica Roma, a cavallo del solstizio si celebravano i Saturnali: per un giorno le distinzioni sociali erano abolite e gli schiavi prendevano il posto del padrone; per l’occasione ci si scambiava dei piccoli regali.

Tutti i popoli di ogni epoca – gli egizi, i maya, i greci, i cinesi e i persiani – hanno sempre celebrato la nascita delle loro divinità tra il 20 e il 25 dicembre. E anche il Natale ne è un esempio. Nelle tradizioni germanica  e celtica precristiana, Yule era la festa del solstizio d’inverno.  Le popolazioni gallo-celtiche chiamavano questo giorno “Alban Arthuan”, ovvero la “rinascita del dio Sole” e, in epoca romana, tra il 21 e il 25 dicembre, si celebrava la rinascita del Sole, il “Dies Natalis Solis Invicti”, il giorno del Natale del Sole Invitto, insieme a un ciclo di altre grandi festività, i Saturnalia, dedicate a Saturno, e successivamente le Larentalia o festa dei Lari. In Asia il Sole ha sempre rappresentato un elemento imprescindibile, tanto che una sequenza tipica delloYoga è il Saluto al sole, Surya Namaskara

La Roma precristiana festeggiava il Solstizio d’inverno come il dies natalis solis, il giorno della nascita del sole, che, successivamente, la Roma cristiana trasformò nel dies natalis Cristi, il giorno della nascita di Cristo, la Nuova Luce nascente.

COME SI CELEBRA NEL MONDO, AL GIORNO D’OGGI:

CINA

In Cina il solstizio d’inverno viene celebrato fin dai tempi delle prime dinastie, quando si trattava di un giorno dedicato alla commemorazione degli antenati. Ancora oggi il suo significato è molto sentito: il cosiddetto Donghzi, infatti, rappresenta uno dei festival più importanti dell’anno ed è un’occasione per stare in famiglia e mangiare piatti tipici. Solitamente non mancano i tangyuan, palline di riso vuote o ripiene, e i ravioli cinesi.

I tangyuan sono palline di riso tipiche della cucina cinese che vengono mangiate in occasioni speciali come la festa del solstizio d’inverno

INGHILTERRA

Anche in Inghilterra sopravvivono alcune antiche tradizioni. A Brighton, per esempio, si celebra il festival Burning the clocks: i cittadini sfilano per le strade della città in costume, reggendo delle lanterne di carta di diverse forme da loro create. Il monumento preistorico di Stonehenge ad Amesbury, nel sud del paese, è uno dei luoghi più suggestivi dove poter ammirare il fenomeno, tanto che molte persone vi si riuniscono ogni anno per vedere tramontare il sole. Alcuni studiosi pensano che ad aver costruito l’insieme dei megaliti siano stati i druidi, una classe sacerdotale appartenente alle antiche culture celtiche, e che la disposizione delle pietre sia stata studiata proprio per consentire una visuale perfetta del tramonto in occasione del solstizio d’inverno.

Festeggiamenti per il solstizio d’inverno a Stonehenge, in Inghilterra © Matt Cardy/Getty Images

IRAN

Gli iraniani trascorrono la notte più lunga dell’anno in compagnia, mantenendo viva una delle più antiche tradizioni persiane: la festa di Yalda. Il termine significa “nascita”, in riferimento alla vittoria della luce sulle tenebre e quindi all’allungarsi delle giornate e alla rinascita del sole. Per l’occasione si mangiano melograni e angurie, che richiamano i colori dell’alba e alludono alla passione e all’abbondanza, e frutta secca, simbolo di energia e vitalità. Tutti i componenti della famiglia si riuniscono fino a tardi e leggono ad alta voce poesie della letteratura persiana, specialmente quelle di Hafez, piene di speranza per il futuro e considerate un buon auspicio per l’inizio dell’inverno.

IL SIGNIFICATO SIMBOLICO DEL SOLSTIZIO D’INVERNO:

Da sempre l’uomo ha cercato nel Cielo la risposta alle sue domande. Il Sole è simbolicamente connesso all’idea di immortalità e, sin dai tempi primitivi, era infatti considerato una divinità fondamentale, in grado di donare la vita. Il solstizio d’inverno simboleggia la morte che dà inizio alla rinascita del Sole e dell’uomo: il Vecchio Sole muore e si trasforma nel Sole Bambino che rinasce dall’utero della grande Madre Terra. Il solstizio d’inverno è quindi un momento di grande rigenerazione cosmica per l’universo che si appresta a una seconda nascita spirituale, accedendo a quella che gli induisti definiscono la “via degli dei”, o devayana,  e per l’essere umano che intraprende la via dello sviluppo sovraindividuale. È il momento dell’apertura del settimo chakra, quello della corona, che si trova sulla sommità del capo, che dona l’illuminazione. L’uomo prende coscienza della vera spiritualità sua e del cosmo.

È il momento, in termini esoterici, della pausa, della riflessione, della meditazione, che permetterà all’iniziato, attratto dalle alte vette, come il mitico Capricorno, nel cui segno il Sole entra al solstizio d’inverno, di elevarsi e riprendere, con consapevolezza, il viaggio nel labirinto della sua interiorità.

Il solstizio segna la meditazione e l’introspezione, la fine di vecchie abitudini mentali disfunzionali, la morte del vecchio io limitato, il 25 dicembre è invece la nascita di una nuova energia, il risveglio del sole, il cristo dentro di noi.

Se le fasi lunari ci raccontano di come l’energia femminile vive nel cosmo e quindi anche dentro di noi, la ruota dell’anno solare attraverso le 12 costellazioni che rappresentano i vari temperamenti dell’essere umano, ci descrive il comportamento dell’energia maschile e l’energia maschile del sole è l’energia cristica.

Il 25 dicembre è infatti il giorno in cui è attribuita la nascita di tantissime deità e profeti illuminati in tutte le tradizioni dal Messico alla Scandinavia fino all’ultimo in ordine cronologico rappresentato da Gesù.

In questi giorni, che ne siamo consapevoli o meno, viviamo un cambiamento interiore ed esteriore.

Il Solstizio d’Inverno corrisponde alla presa di coscienza della vera spiritualità, in quanto nascita nella luce. Durante questo processo è come se un fascio di luce penetrasse nella caverna dell’illusione e mostrasse la vera natura delle cose, come descritto dal mito della caverna sacra di Platone e la cui fonte è il “Sole Intelleggibile”. Tale apertura corrisponde al centro energetico che si trova sulla sommità del capo: il chakra della corona, il kether della Sefiroth. Esso rappresenta il settimo livello del sistema dei chakra e corrisponde a ciò che nella Cristianità viene indicato come il settimo cielo. E’ lo stato di consapevolezza della libertà assoluta, la sede del Creatore. Secondo gli indù l’apertura del chakra della corona coincide con il samadhi ovvero l’illuminazione in cui l’energia maschile Shiva e femminile Shakti si fondono insieme per aprire l’”occhio che tutto vede”.

Tra qualche settimana avrà inizio il periodo delle celebrazioni e dei festeggiamenti per il Natale e, come ogni anno, la moltitudine globalizzata, con giustificazioni astrattamente religiose, si immergerà repentinamente e totalmente nella demonia del consumismo sfrenato, senza comprendere minimamente o implicitamente che in quei giorni specifici del ciclo annuale qualcosa di straordinario e di magico accade, un evento cosmico che assumeva un alto valore simbolico in tutte le forme assunte dalla Tradizione Primordiale.

E’ fondamentale a questo punto comprendere come tale rinascita solare rappresenti “solo” il simbolo di una rigenerazione cosmica, in cui il Sole e la Luce sono associati all’idea d’immortalità dell’uomo, che opera la sua seconda nascita spirituale, sviluppando e superando il proprio stato sottile, nella notte del solstizio d’inverno, quando è possibile accedere al deva-yana o “via degli dei” della tradizione indù, alla contrada ascendente e divina in cui l’uomo, restaurando in sé l’Adamo Primordiale, può intraprendere la strada dello sviluppo sovraindividuale.

Questo è il momento in cui, quando la notte diviene padrona e il buio totale, è necessario mantenere accesa la fiamma della Fede, che al mattino, con l’alba, diverrà trionfante. Nei tarocchi ciò che meglio identifica tale rinascita di Luce è la lama del Bagatto, che simboleggia la vera essenza dell’uomo, la cui missione è conseguire l’unione fra spirito e materia. Il Bagatto ha già davanti a sé tutti i simboli del potere materiale ed è il personaggio che intraprende l’Opera alchemica, lavorando con i tre principi e i quattro elementi (i tre piedi e i quattro angoli del tavolo), grazie alla quale ogni uomo è un metallo, che portato alla sua perfezione, viene chiamato Oro. Il senso più alto della carta è dato dal suo numero, che è l’uno e che indica il motore immobile, il Principio di tutte le cose, anche se il suo cappello a forma di otto allungato simboleggia il movimento d’elevazione spirituale che conduce alla quadratura del cerchio. Uscendo dalla Caverna Cosmica, con il Solstizio d’Inverno, perciò, si passa dal nulla all’unità, geometricamente cioè, dal divenire sensibile, rappresentato dal simbolo della circonferenza, si passa all’eterno presente, che nell’uno e nel centro si esplicita perfettamente.  Significativo è, inoltre, il passo evangelico in cui Giovanni Battista, nato nel giorno del Solstizio d’estate, rivolgendosi a Gesù, nato nel Solstizio d’Inverno, si pronunci in tal modo: “Bisogna che egli cresca e che io diminuisca”. Parimenti è la rappresentazione classica del dio iranico Mithra, raffigurato mentre uccide un toro, con due dadofori ai suoi fianchi, che simboleggiano il corso del Sole: Cautes con la torcia verso l’alto (21 Giugno) e Cautopates con la torcia verso il basso (21 Dicembre). Ecco il simbolismo tradizionale delle porte solstiziali, che corrispondono rispettivamente all’entrata e all’uscita dalla Caverna Cosmica: la prima porta, quella “degli uomini”, corrisponde al Solstizio d’Estate, cioè all’entrata del Sole nel segno zodiacale del Cancro, la seconda, quella “degli dei”, al Solstizio d’Inverno, cioè all’entrata del Sole nel segno zodiacale del Capricorno. Dal punto di vista iniziatico la caverna, per via del suo carattere di luogo nascosto e chiuso, rappresenta un momento di totale interiorizzazione dell’essere, vale a dire il luogo dove avviene, accedendovi, la seconda nascita dell’iniziato.

La seconda nascita, corrispondente nel significato ai Piccoli Misteri, si differenzia dalla terza nascita, in uscita dalla porta solstiziale d’inverno, corrispondente, invece, ai Grandi Misteri. La seconda nascita si realizza sul piano psichico, definendosi come rigenerazione psichica; la terza nascita, invece, opera direttamente nell’ordine spirituale e non più psichico, in quanto l’iniziato deve a quel punto aver risolto la sua individualità, trovando così libero accesso alla sfera di possibilità della comprensione sovraindividuale. Qui l’iniziato rivive le tre tappe del processo alchemico: le tenebre s’infittiscono, l’alba s’imbianca, la fiamma risplende. In prospettiva macrocosmica, tutto ciò è simboleggiato dall’ingresso del Sole nel segno zodiacale del Cancro, con il Solstizio d’Estate. Il Solstizio d’Inverno corrisponde, invece, in senso microcosmico, alla presa di coscienza della vera spiritualità, in quanto uscita nella luce. Durante questo processo la comprensione esoterica può essere visualizzata come un’illuminazione riflessa che rischiara il buio della caverna: un fascio di luce che penetra da un’apertura nel tetto della caverna e che genera quell’illuminazione di riflesso, descritta anche dal mito della caverna sacra di Platone e la cui fonte è il “Sole Intelleggibile”. Nell’ordine microcosmico, per quanto concerne l’organismo sottile individuale, tale apertura corrisponde al centro energetico che si trova sulla sommità del capo: il chakra della corona, il kether della Sefiroth. Esso rappresenta il settimo livello del sistema dei chakra e corrisponde a ciò che nella Cristianità viene indicato come il settimo cielo. E’ lo stato di consapevolezza della libertà assoluta, la sede del Creatore. Secondo gli indù al chakra della corona si fondono la Prakriti , la sostanza primordiale, e il Purusha, lo spirito, l’essenza. Nel percorso rettilineo tra la seconda e la terza nascita, all’interno della Caverna Cosmica, tra le due porte solstiziali, l’illuminazione, dunque, penetra in noi dalla sommità del cranio, come, secondo i rituali operativi massonici, sulla sommità del cranio di ogni uomo è sospeso il filo a piombo del Grande Architetto, quello che segna la direzione dell’Asse del Mondo. Concludiamo questo nostro scritto col ricordare che la rigenerazione cosmica, di cui si è scritto, è sempre concepita con la discesa e con l’aiuto di un avatara, di cui il Cristo Redentore è l’ultimo e più splendente esempio:”Il Sole ritorna sempre, e con lui la vita. Soffia sulla brace ed il fuoco rinascerà”.

Il solstizio d’inverno ha così tanti significati spirituali che è molto ma molto più che semplicemente “il giorno più corto dell’anno”.

Ogni anno, il solstizio d’inverno cade alcuni giorni prima di Natale e Capodanno. Questa non è solo una coincidenza.

In effetti, vi è un significato molto più profondo ossiala nascita del Sole (la Luce).

E guarda caso tutti i più grandi Maestri sono nati proprio appena dopo il solstizio d’Inverno, non solo Gesù.

Forse non lo sai ma oltre a Gesù vengono datati il 25 Dicembre anche Horus, Mithra, Buddha, Attis, Zoroastro, Dioniso, Krishna…

Se non sei particolarmente religioso o spirituale, potresti pensare che questo non ha niente a che fare con te.

In realtà, lo è! Guardalo da un altro punto di vista.

Il solstizio d’inverno è un momento di energia silenziosa, in cui hai l’opportunità di guardare dentro te stesso e concentrarti su ciò che desideri e di cui hai bisogno.

È il momento di fissare gli obiettivi e le intenzioni per il prossimo anno, esaminare e lasciare andare il tuo passato e apportare cambiamenti in te stesso.

Il solstizio è essenzialmente legato a un risveglio personale.

RITUALI PER IL SOLSTIZIO D’INVERNO

Una volta che il sole tramonta, spegni tutte le luci e trascorri un momento al buio. Una volta che hai onorato la luce del sole nella tua mente e nel tuo cuore, puoi accendere alcune candele da solo o con i tuoi cari.

Il solstizio d’inverno può riguardare la ricerca interiore e la liberazione di tutto ciò di cui non hai più bisogno. Fai un fuoco, raduna i tuoi cari o fallo da solo. Prendi un pezzo di carta, scrivi le cose che vuoi lasciar andare, quindi getta la carta nel fuoco come simbolo di rilascio.

Probabilmente il significato spirituale più importante del solstizio d’inverno è proprio di riflettere e ri-creare te stesso. Passo almeno un’ora con te stesso.

Accendi una candela,

 spegni le luci e abbraccia l’oscurità. Fai meditazione.

Spegni il telefono e ogni oggetto che può distrarti.

Prenditi del tempo per riflettere profondamente su te stesso, sul tuo passato e su ciò che desideri per il tuo futuro.

Non essere severo riguardo alle tue decisioni e lascia davvero andare ciò che non ti serve più.

Potrebbe esserci un modo più perfetto per entrare nel nuovo anno?

MEDITAZIONE

È un momento di rinascita, in cui esiste l’opportunità di abbracciare e fecondare i nostri sogni più elevati, lasciando andare i mali del passato, aprendoci alle benedizioni del presente e stabilendo intenzioni luminose per il futuro. Soprattutto, il Solstizio è la celebrazione del ritorno del Sole, la vittoria sulla morte e dei nostri limiti umani, che trionfa invincibile proprio al culmine del buio, liberando la nostra anima nella piena luminosità della sua vera natura. Il Sole rappresenta il Divino, la Luce, Dio e qualunque espressione di massima sacralità e amore esistente dentro e fuori di noi. Il vantaggio del Sole è che è riconoscibile come fonte di luce per l’intera umanità, laddove ogni tradizione religiosa indica attributi distinti per descrivere il sacro, spesso in acceso antagonismo tra loro. Il Sole unifica perché si fonda sull’esperienza diretta della Luce, disponibile per tutti, oltre tutte le differenze religiose e sociali. La pratica seguente è un evento di guarigione spirituale a distanza, aperto a chiunque si sente ispirato a partecipare ovunque nel mondo.

Spegni ogni luce artificiale dell’ambiente in cui ti trovi, favorendo la massima oscurità possibile. Sistema la candela spenta in un punto centrale

Stai in piedi rilassato con la spina dorsale eretta, e i piedi piantati sul pavimento. Porta l’attenzione al respiro e collegati con lo spazio che ti circonda. Percepisci l’intero ambiente, la sua pienezza e il suo vuoto, il visibile e l’invisibile, la Luce e il Buio, permettendo a tutto ciò di collegarsi con altri ambienti vicini e lontani.

Porta la tua attenzione verso il plesso solare. Connettiti con fermezza con l’intenzione di guarigione di questa celebrazione, mentre permetti alla consapevolezza del plesso solare di espandersi progressivamente in tutto il tuo corpo.

Considera le esperienze luminose e positive che hai avuto durante l’anno, e sii grato per i doni che ti hanno dato. Sii cosciente di situazioni connesse con la tua intenzione di Luce, ciò che ti dona gioia, amore e qualunque cosa desideri per te stesso e gli altri nella vita. Permetti a tutto ciò di essere sostenuto dalla consapevolezza del plesso solare.

Considera  l’oscurità che ti circonda, insieme alle esperienze buie e negative del passato, lasciandole andare con il respiro. Sii cosciente di situazioni nella vita in cui ci sono rancori o problemi difficili, e permetti loro di essere sostenuti dalla consapevolezza del plesso solare.

Focalizzati ora solo sul Cuore, permettendo all’ambiente di essere totalmente assorbito da esso.

Accendi la candela, sentendo che compi questo gesto con la ferma volontà di dare spazio alla Luce. Permetti alla Luce di operare dentro e fuori di te. Rimani per alcuni minuti in silenzio, dinanzi alla fiamma della candela o al fuoco del camino.

Ritorna pian piano alla coscienza ordinaria.

POESIE (autori VARI)

Dal cielo tutti gli Angeli
videro i campi brulli
senza fronde né fiori
e lessero nel cuore dei fanciulli
che amano le cose bianche.
Scossero le ali stanche di volare
e allora discese lieve lieve
la fiorita neve.

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Un albero d’un bosco
chiamò gli uccelli e fece testamento
“Lascio le foglie al vento,
i frutti al sole e poi,
tutti i sementi a voi,
a voi, poveri uccelli,
perché mi cantavate la canzone
nella bella stagione …
E voglio che gli stecchi
quando saranno secchi,
facciano fuoco per i poverelli.

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E’ notte, inverno rovinoso. Un poco
sollevi le tendine e guardi. Vibrano
i tuoi capelli selvaggi, la gioia
ti dilata improvvisa l’occhio nero;
che quello che hai veduto – era un’immagine
della fine del mondo – ti conforta
l’intimo cuore, lo fa caldo e pago.
Un uomo si avventura per un lago
di ghiaccio, sotto una lampada storta.

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Il cielo è basso, le nuvole a mezz’aria,
un fiocco di neve vagabondo
fra scavalcare una tettoia o una viottola
non sa decidersi:.
Un vento meschino tutto il giorno si lagna
di come qualcuno l’ha trattato;
la natura, come noi, si lascia talvolta sorprendere
senza il suo diadema.

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Quando a dicembre arriva il solstizio che

dell’inverno scandisce l’inizio,

il sole pare diventare più mite ed umano

non fa più l’altezzoso nel cielo lontano,

insieme a noi si leva tardi al mattino

si tira pigramente sul tetto vicino,

rimanendo incantato tutto il giorno

a guardare curioso le case intorno,

non c’è chi non lo veda affacciare

che non lo faccia subito entrare,

accogliendolo con cordialità e calore

come si trattasse d’un ospite d’onore,

in realtà sembra che al solstizio

sia la festa del sole ad avere inizio.

Buon solstizio