Centro di gravità permanente

gravita

Le frequenze della vita – 528 Hz (riparazione e armonizzazione DNA)

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Nel pensiero di Gurdjieff la lotta dell’uomo per conquistare un centro di gravità permanente.

L’uomo, secondo Gurdjieff, è una pluralità, e il suo nome è legione, ci siamo occupati di un aspetto caratteristico dell’insegnamento esoterico di Georges Ivanovic Gurdjieff, ossia della dottrina secondo la quale l’uomo non possiede un Io, ma deve, per così dire, conquistarselo, dominando le mille voci contrastanti e le mille pretese egemoniche dei tanti piccoli ‘io’ che, volta a volta, impongono alla coscienza le loro emozioni, i loro desideri e i loro pensieri, trascinati a loro volta dagli innumerevoli stimoli esterni. Abbiamo anche notato come tale dottrina si possa ricollegare da un lato alla generale crisi dell’Io determinatasi, negli anni del Decadentismo, nella cultura occidentale, dall’altra ad antichissimi insegnamenti delle filosofie orientali, di cui egli era un notevole conoscitore, e, in modo particolare, al Buddhismo Theravada e alla controversa nozione del non-Sé . Esiste l’anima dell’uomo nella filosofia buddhista?
Ora vogliamo fare un passo avanti e prendere in esame un altro importante aspetto dell’insegnamento del geniale e sconcertante maestro della liberazione dell’uomo, il quale di se stesso diceva ai suoi discepoli: «Io non sono la risposta, sono soltanto una Guida sulla via che porta alla vetta». Intendiamo riferirci alla dottrina dei “sette uomini”, ossia delle sette categorie (non livelli, perché le prime tre sono immobili) sui quali  può svilupparsi l’evoluzione interiore dell’uomo. Come per i teosofi, anche per Gurdjieff il numero sette sembra esercitare un fascino irresistibile. L’Universo, ad esempio, è distribuito in un settemplice “raggio di creazione” che scende dall’Assoluto e, giù giù, a Tutti i mondi; Tutti i soli; il Sole; Tutti i pianeti; i Pianeti; la Terra; la Luna. Gli esseri umani, come ogni altra realtà terrestre, sono sottoposti all’influenza irresistibile della Luna, anzi subiscono dal nostro satellite una vera e propria forma di dominio: la lotta per affermare la libertà e l’autonomia della coscienza è la lotta per sottrarsi al dominio delle forze lunari. Non solo: l’intero Universo è sottoposto alla cosiddetta legge dell’ottava, seconda la quale, così come le vibrazioni sonore sono organizzate in una scala di sette toni, la stessa cosa avviene per la luce, il calore, le vibrazioni chimiche e magnetiche. Ecco allora che le sette note do, re, mi, fa, sol,la, si, sono la misura di una suprema armonia universale che pervade ogni cosa e che tende a ritornare su se stessa, descrivendo un cerchio completo, così come il do maggiore segna l’inizio di una nuova serie di sette suoni. Questo aspetto della dottrina di Gurdjieff si ricollega abbastanza esplicitamente all’antichissima tradizione pitagorica, basata sull’idea di una piena e perfetta corrispondenza fra l’Universo, la musica e la matematica Tornando alla dottrina delle sette categorie dell’evoluzione umana (evoluzione che non è un fatto spontaneo, ma intenzionale), riteniamo utile esporla brevemente mediante la testimonianza del più insigne allievo di Gurdjieff, il filosofo russo P. D. Ouspensky, il quale – come il giovane Platone neiconfronti di Socrate – raccolse amorevolmente le parole del Maestro, per trasmetterle alla posterità. Scrive, dunque, Ouspensky nel suo libro Frammenti di un insegnamento sconosciuto.

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